Una bella occasione di crescita e svago per le utenti del Centro Diurno Villa Eàa
A Villa Eèa, primo centro diurno con annessa comunità protetta di Bolzano dedicato a persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, era da qualche settimana che aleggiava il desiderio delle ragazze di provare un’esperienza esterna al centro attraverso una gita fuoriporta. La meta scelta dalle ragazze assieme agli operatori è stata la città di Venezia in uno dei periodi più caratteristici, ovvero durante il Carnevale. L’uscita del 14 e 15 febbraio 2024 ha rappresentato oltre che un momento di svago, anche un’opportunità di confronto e condivisione.
Obiettivi del progetto “Gita a Venezia”
A Villa Eèa, si svolgono giornalmente diverse attività: dall’assistenza alla preparazione dei pasti, alle attività scolastiche ed extra scolastiche oltre che alle attività creative, gruppi di rilassamento, arte, musica, teatro, orto terapia e yoga.
Fino ad oggi però non si erano mai affrontate esperienze complesse comprensive di notti al di fuori del Centro. Gli obiettivi di fondo che hanno mosso il progetto sono stati in particolare:
- Lo sperimentarsi al di fuori della struttura protetta sia sotto l’aspetto alimentare, che sotto l’aspetto sociale;
- Allenare la flessibilità e adattabilità (dall’accettazione degli orari dei pasti e delle attività, a tutta la parte dedicata ai diversi e inevitabili momenti di scelta);
- Provare la convivenza in un ambiente diverso da quello protetto.
Questi aspetti possono rappresentare infatti una grande opportunità di avvicinamento delle ragazze abituate alla routine di casa o di Villa Eèa, a quello che è un contesto esterno, spesso caratterizzato da incertezze, cambi di programma e necessità di autonomia.
L’organizzazione
Tutte le attività sia organizzative che sul posto hanno visto il prezioso supporto del personale della struttura che ha accompagnato le sei ragazze che hanno preso parte al progetto. Per il pernottamento è stata scelta l’opzione appartamento condiviso per poter sperimentare anche la preparazione dei pasti “a casa”, intesa come momento di convivialità e piacere.
Per sperimentare nuove condizioni legate ai pasti, nei due giorni è stato organizzato almeno un pasto al ristorante (generalmente il pranzo) mentre gli altri pasti sono stati preparati dagli operatori (colazioni, spuntini, cene). Questo ha permesso di allenare la capacità di scelta delle pietanze in un contesto esterno, nonché di adattamento alle porzioni e alla preparazione tipica dei ristoranti. Gli spuntini sono stati consumati spesso “on the road” il che ha sicuramente permesso alle ragazze di focalizzarsi su altro oltre al cibo.
Oltre al cuore di Venezia non è mancata una gita a Murano con il traghetto che è stata parte dell’organizzazione attiva da parte delle ragazze che, già entusiaste per il progetto, hanno potuto accrescere il loro coinvolgimento e il loro piacere di essere utili e in parte autonome per quanto riguarda la decisione di cosa vedere e in che modalità.
La reazione di chi ha partecipato
Oltre alla collaborazione attiva delle ragazze nella fase organizzativa, gli operatori hanno rilevato un interessante approccio anche rispetto ai contenuti: c’era chi faceva domande, chi si interessava a cosa si poteva fare o vedere. L’interesse vivo e sincero ha reso la parte organizzativa molto entusiasmante.
Durante la permanenza poi, il traguardo di maggior valore è stato sicuramente l’adattamento alle varie situazioni, sia sotto l’aspetto alimentare sia dal punto di vista della socialità. La variante meteo ha dato la possibilità agli operatori di osservare che questo spirito di adattamento, sviluppato durante la gita, si è ben espresso anche nella fase necessaria di riorganizzazione causa pioggia. Tutto è andato per il meglio senza creare problematiche e senza aumentare eccessivamente lo stress nelle ragazze.
Il clima
Si è creato un bel clima di condivisione e di serenità e, in alcuni momenti, di mutuo aiuto. Il confronto, che in genere è fonte di grande stress psicologico, ha lasciato spazio a un piacevole supporto reciproco e comprensione. Alcuni momenti di debolezza di alcune ragazze sono stati infatti stemperati da frasi motivazionali e dal supporto di altre compagne, come hanno potuto osservare gli operatori.
Esperienza da rifare?
Senza dubbio sì, in quanto funzionale al percorso terapeutico – riabilitativo delle ragazze, come dimostra l’opinione di chi ha accompagnato e come conferma l’entusiasmo delle ragazze stesse, che ha contribuito alla maturazione di diversi miglioramenti comportamentali. Oltre a tutti i benefici già descritti sopra, questa esperienza entrerà nel bagaglio personale di ogni partecipante per affrontare gite organizzate nel contesto per esempio scolastico o per situazioni personali analoghe come un’uscita al ristorante o altri momenti quotidiani simili.
La conquista maggiore è stata però sicuramente l’aver capito e provato sulla propria pelle che per poter affrontare situazioni di quotidianità, come la visita ad una città, è necessario soddisfare il proprio fabbisogno energetico in modo appropriato. Questo per le partecipanti ha rappresentato una rassicurazione e un insegnamento importante dettato dall’esperienza vera maestra in tutti i campi.